La soluzione non è all’esterno, ma dentro te: l’ipnosi come cambio di paradigma.

 

L’ipnosi è sempre stata vista come un qualcosa da cui stare alla larga, una pratica da setta o da manipolatori.

Ma veramente l’ipnosi è pericolosa oppure è un’opportunità per il singolo e per il suo benessere?

Tralasciando in questo articolo la storia ed il processo che ha portato l’uomo ad utilizzare vari aspetti dell’ipnosi, che eventualmente puoi consultare qui: mi concentrerò sul mostrare alcuni dei campi di utilizzo e benefici connessi.

Per semplificare possiamo dire che l’ipnosi è semplicemente un evento che naturalmente avviene dentro noi più volte al giorno;

è un normale stato neurofisiologico.

Possiamo paragonare questo stato come ad un software che si attiva allo stesso modo del sogno, sonno e veglia, cioè una condizione

presente fisiologicamente dentro noi.

Possiamo descrivere l’utilizzo dell’ipnosi come uno spostare l’attenzione su qualcosa di specifico, come ad esempio cosa, persona o idea.

Per rendere più semplice la spiegazione faccio questa descrizione di situazione dove tutti avranno facilità nell’identificarsi.

Immagina di essere seduto in treno, stai guardando fuori dal finestrino e stai osservando come sia una giornata luminosa, vedi il paesaggio che cambia, ed in sottofondo senti le vibrazioni del treno ed il suono delle giunzioni delle rotaie. Per caso ti ricordi di avere un nuovo romanzo da leggere, metti la mano nello zaino, lo prendi e lo apri sulle tue gambe.

Ad un certo punto, non importa se dopo pochi secondi o minuti, inizierai ad immaginare il protagonista e le varie scene descritte e non porterai più attenzione al treno o al paesaggio fuori; ma solo al contenuto del romanzo ed alle immagini create dalla tua fantasia.

Ecco che hai appena sperimentato uno stato di ipnosi spontanea, che possiamo chiamare trance.

il vantaggio di questa situazione è che grazie alla tua immaginazione hai ridotto la critica in ciò che hai vissuto. E questo, oltre a renderti il cliente perfetto per le ferrovie dello stato, può essere utilizzato in quelle condizioni dove appunto l’eccesso di critica crea un disagio; come ad esempio nel caso del dolore o degli effetti della chemioterapia quali la nausea ed il vomito.

Ma come? mi stai dicendo che attraverso l’immaginazione posso risolvere i miei problemi?

Non proprio, sarebbe banalizzare l’utilizzo delle tue potenzialità, ma per introdurti in questo mondo ti parlo di uno studio molto impattante che ha confrontato la psicanalisi, la terapia comportamentale e l’ipnosi per eliminare subito i dubbi legati all’efficacia.

Sostanzialmente si è visto come mentre per la psicoanalisi si ha il 38% di successo dopo 600 sessioni, con la terapia comportamentale si ha il 72% di successo dopo 22 sessioni,

con l’’ipnosi si arriva ad un 93% di successo dopo 6 sessioni.

Personalmente mi sono già fatto negli anni una valutazione del perché l’ipnosi continui ad essere descritta come qualcosa che non è, si tratta solo di aspetti economici che i vari ordini cercano di mantenere accentrati su di sé e sui propri iscritti.

Infatti considerando i numeri delle consulenze necessarie in psicoanalisi rispetto agli incontri di ipnosi emerge un bagno di sangue che vede benefici solo per il “professionista”, volutamente fra virgolette in quanto non sceglie metodologie realmente efficaci, e l’ignoranza non è sicuramente una scusante.

Oltre alla spesa economica abbiamo un altro effetto sulla comunità: evitare di chiedere aiuto al professionista per paura di dover attivare un mutuo e questo porta la persona a vivere in maniera costante nel suo disagio senza il coraggio di iniziare ad intervenire. 1

Ora so già che probabilmente penserai:

 “ma se sono ipnotizzato non sono cosciente, non so cosa faccio”

Tranquillo, queste sono le domande che si fa chiunque si approccia a questa potenzialità interiore.

Ma ora ti chiedo di riflettere a quante volte durante il giorno puoi dire di essere perfettamente coscienti in ciò che fai?

Per quanto tempo durante il giorno sei consapevole dei tuoi piedi appoggiati al terreno all’interno delle tue scarpe?

Quante volte ti tocchi su varie parti del corpo senza farlo in maniera volontaria ma spinto da stimoli interni?

Per non parlare di quando guidi la macchina, non pensi più da tempo alla frizione acceleratore e marcia inserita, tutto procede seguendo un processo automatico.

Si so cosa stai pensando, a quelli con la mascherina in macchina sotto il sole di agosto, ebbene sì, possiamo dire che sono sotto ipnosi, non partono infatti da un’azione consapevole, ma il comportamento si riflette attraverso un programma automatico al di sotto della consapevolezza.

Immagina di poter aver accesso a questi programmi, e così poter intervenire ed ottimizzare tutti gli aspetti che ti portano in maniera inconsapevole a vivere situazioni di disagio. Ma cosa c’entra tutto questo con l’ipnosi?

L’ipnosi è uno spazio che ti concedi all’interno del quale puoi riprendere il controllo delle tue azioni e dei tuoi processi interni in maniera consapevole e volontaria.

Quindi sposti l’utilizzo del tuo software interno dalla modalità automatica alla modalità volontaria sfruttandone tutte le potenzialità.

Questo significa avere la possibilità, anche in condizioni di autoipnosi, una volta acquisito il procedimento volontario, di avere dei benefici, come vedremo dopo, senza l’assunzione di nessun prodotto chimico. Questo accade anche attraverso metodi legati alla visualizzazione e attraverso tecniche di mindfulness.

Infatti a differenza dell’utilizzo di droghe oppure di farmaci, l’ipnosi permette di trasferire le aspettative e la fiducia dall’esterno all’interno.

Cioè spostare il potere di risoluzione dalla pastiglia alle potenzialità stesse del corpo.

Ed in questo caso non possiamo nemmeno parlare di effetto placebo in quanto la persona ha la possibilità di creare l’effetto autonomamente senza l’utilizzo di nessun intermediario esterno; ne umano ne chimico.

Questo può sembrare un aspetto banale, ma soprattutto per chi presenta problematiche invalidanti come il dolore cronico o gli effetti di terapie farmacologiche dove la qualità della vita peggiora soprattutto per l’incapacità di gestire il proprio benessere fisico ed emotivo,

riappropriarsi del proprio corpo e riscoprire potenzialità interne nemmeno immaginate,

può essere un aspetto che in taluni casi favorisce la risoluzione proprio anche per una maggior aderenza alla terapia farmacologica.

È un riprendere il potere per la propria salute, e questo si può riassumere con la frase:

“tu sai che esisti perché hai un cervello che sa di avere un corpo”.

Quindi se ottengo con l’ipnosi un pieno controllo del corpo e dei suoi segnali, anche di disagio, automaticamente l’esistenza della persona migliora.

Quindi il potere di stare meglio lo trasferisco dalla pillola a me stesso

L’ipnosi va anche a confermare la frase “tu sai che esisti perché hai un cervello che sa d’avere un corpo”.

In questa frase è facile intuire il collegamento fra mente e psiche ed il concetto stesso di esistenza legato all’interazione fra le due istanze

La cosa importante da sottolineare è che al di là del tempo necessario per trasferire un utilizzo semplice al cliente,

la pratica è per sempre.

E questo ci porta a parlare del fenomeno dell’automedicazione e di quanto pesa in termini di spesa sulla popolazione,

senza contare i danni da effetti avversi o il fenomeno dell’assuefazione.

267 euro annui di spesa a testa in farmaci di automedicazione, significa che una famiglia di quattro persone spende ogni anno più di mille euro.2

Ma come è possibile una spesa così elevata?

Pensiamo ai milioni di adolescenti che per ridurre il dolore da ciclo assumono ogni mese antinfiammatori pubblicizzati in maniera infame in tivvù, ed ai farmaci decantati come protettivi dello stomaco assunti per proteggere dagli antinfiammatori.

Ora pensiamo invece al risparmio di spesa famigliare se l’ipnosi venisse usata come strategia principale.

Al di là dei problemi di abuso del farmaco, è necessario considerare un altro aspetto importante.

Quando i farmaci non sono più sufficienti a gestire ad esempio il dolore, e questo dolore rimane come una condizione costante, si sviluppa nella persona la certezza che il dolore sia diventato parte del proprio corpo.

E questo stato potrebbe essere come se ci aspettassimo che una pillola potesse far cadere una parte del corpo come ad esempio un braccio. Sembra assurdo ma è ciò che accade a chi vive situazioni di questo tipo. E possiamo solo qui immaginare le implicazioni psicologiche in chi vive questo tipo di situazioni e la sua aspettativa di vita.

È l’immaginazione che il cliente impara ad utilizzare che rappresenta la soluzione

In tal senso è difficile scindere da un punto di vista del dialogo se ad esempio il dolore è una condizione da eliminare oppure da mantenere perché parte integrante della persona; e perciò valutare ad esempio se un farmaco antidolorifico funziona, ma utilizzando l’ipnosi è possibile andare oltre lavorando direttamente sull’immagine stessa del dolore, lavorando sulle sue caratteristiche e sulla sua estensione a livello immaginativo per portare la persone con le sue forze a cancellarlo letteralmente, a volte anche con una gomma immaginaria.

Qualcuno a volte dice  BEeeh l’ipnosi è solo per specialisti

Eeeeh allora la mamma che bacia il bambino sulla bua sta commettendo un illecito perché porta il bambino a coprire il dolore con la coccola ed anche Netflix è fuorilegge perché ti tiene incollata sul divano portandoti ad immaginare situazioni che ti fanno vivere realtà ipnotiche/emozionali che ti modificano le tue esigenze fisiologiche, peggio di un pusher.

Ed in tal senso sottolineo come l’ipnosi DEVE essere vista oltre che un software che si attiva in maniera autonoma e può essere attivato in maniera consapevolmente, anche come un tramite per creare una modalità di comunicazione profonda. Infatti in questo test a cui ai partecipanti è stata somministrata ossitocina, un ormone che rilasciato in condizioni di benessere sociale, ha permesso di favorire comportamenti in linea con le richieste dell’ipnotizzatore, e questo è in linea con studi dove i soggetti maggiormente ipnotizzabili hanno un maggior rilascio di ossitocina e questo indica ancora una volta che l’ipnosi potrebbe essere inserita come strategia per gestire al meglio i rapporti inter sociali anche in ambienti critici. 3

Ipnosi e malattia: si può veramente parlare solo di un’espressione somatica oppure è anche percezione?

Quando si parla di malattia o disturbi che si esplicano a livello corporeo bisognerebbe sempre chiederci se possano dipendere da qualche comportamento legato alla percezione interna come percezione del se o dalla percezione dell’ambiente esterno alla persona e successivamente intervenire sui canali che causano questa alterazione.

Ma l’ipnosi ha un’altra applicazione interessante, l’anestesia per interventi chirurgici, ed in questo ambito presenta interessanti applicazioni, come vediamo in questo articolo del 2016, può essere utilizzata sia come anestetico, sia come supporto all’anestesia farmacologica ed inoltre come gestione del pre e del post operatorio. Ed il tutto senza nessun rischio di allergie o di sovradosaggio.  4

Inoltre sempre parlando di aspetti sanitari, è interessante l’utilizzo dell’ipnosi in odontoiatria, infatti per chi vive con tensione il lavoro nella parte orale sa che spesso nemmeno l’anestesia locale è sufficiente a togliere il dolore generato dalla paura perché di fatto più che di dolore alla parte fisica è associato il dolore all’esperienza stessa. 5

Quelli che ho elencato sono alcuni degli utilizzi riguardo all’ipnosi, si passa dalla gestione emotiva sino ad eliminare dipendenze o fobie ma ciò che è importante ribadire per concludere è che non è l’ipnosi ad essere qualcosa di magico o miracoloso, non è una bacchetta magica che risolve i problemi; ma l’ipnosi è ciò che ti permette di diventare la tua bacchetta magica senza intermediari e senza i fantomatici guru.

Quindi la prossima volta che un professionista osa dirti che sei un “caso difficile”, pensa semplicemente che è LUI che non è stato in grado di risvegliare le tue potenzialità.

La conoscenza è libertà, in tutti i sensi, anche mentale.